La famiglia Braida dal 1959 si occupa di industrializzazione e produzione di sedute e complementi di arredo per ristoranti, sale conferenze, alberghi e navi da crociera su disegno e commessa.
Concepts by Braida Srl SB opera nel cuore del Distretto della Sedia, lo storico polo industriale sito a Manzano, in provincia di Udine, con un’estensione di circa 220 km² dove si contano più di 500 aziende impegnate nella produzione di sedute e non solo. L’azienda è diventata negli anni un’eccellenza nell’arredo e nella responsabilità sociale ricevendo riconoscimenti come il premio “PerCorsi FVG 2” nella categoria “Azioni virtuose Responsabilità Sociale d’Impresa e Welfare aziendale” nel 2021 e diverse certificazioni come ISO 9001:2015, MOEBELFAKTA, FOREST STEWARDSHIP COUNCIL.
Come ci racconta Lorenzo Braida, socio dell’azienda friulana insieme al fratello Marco, Concepts by Braida Srl SB dal 2020 è diventata anche Società Benefit.
Come opera la Concepts by Braida Srl SB?
La nostra attività consiste nel “tradurre” i progetti degli architetti e general contractor in prodotti per alberghi, ristoranti, navi da crociera, musei, uffici. Lavoriamo su commessa e/o su disegno del committente, combinando le caratteristiche desiderate, il design e il budget a una produzione consapevole che si esplica in una ricerca della soluzione a basso impatto ambientale e con il minor spreco possibile.
Il nostro lavoro si struttura in questo modo: una volta ricevuto il progetto o disegno da parte del committente, iniziamo a selezionare i materiali (sostenibili) e le finiture (a basso impatto) da utilizzare. Una volta selezionati i materiali, ottimizziamo il consumo degli stessi durante la fase produttiva seguendo le logiche di eco-design, facendo una previsione già in fase di progettazione di come verrà utilizzato quel prodotto, come si potrà provvedere alla sua manutenzione e se potrà essere utilizzato in altri ambienti dopo la sua dismissione. Cerchiamo di realizzare gran parte della nostra produzione all’interno del Distretto della Sedia e del Mobile, favorendo il (quasi) km 0. Proponiamo al cliente un servizio di refitting dei prodotti usurati, ritappezzando e/o riverniciando i diversi elementi per rimetterli a nuovo.
Ci può spiegare meglio il concetto di circolarità produttiva?
Riporto qualche esempio per maggior chiarezza. Per un cliente che si occupa di arredi per l’infanzia, abbiamo realizzato un dondolo per le mamme, utilizzando il materiale di stock di un nostro fornitore, che altrimenti sarebbe rimasto in giacenza, inutilizzato. Prima di avviare la produzione abbiamo studiato il progetto fornitoci dal cliente e, dopo un attento studio per verificarne la tecnica e la fattibilità, abbiamo constatato che il prodotto poteva essere fatto proprio con quel materiale di stock rimasto inutilizzato. Ne abbiamo parlato con il cliente esponendogli i benefici tecnici, sostenibili ed economici che avrebbe avuto l’utilizzo di quel materiale e abbiamo avuto l’ok a procedere. Un altro esempio è stata la contemporaneità di due commesse che ci ha permesso di utilizzare il materiale di scarto di un prodotto per la creazione e la realizzazione del secondo.
Il riscontro delle aziende è sempre positivo?
Devo dire che la maggior parte delle aziende appoggiano volentieri il nostro approccio sistematico, perché lo vedono giustamente come un investimento in un’ottica di convenienza economica e di sostenibilità.
Quando vi siete resi conto che apportare uno strumento innovativo alla vostra attività come il refitting avrebbe fatto la differenza?
Non c’è stato un momento preciso in cui abbiamo deciso di virare verso questa direzione, è stato piuttosto un processo continuo negli anni. Abbiamo sempre portato avanti i principi della sostenibilità nel nostro lavoro senza averne una piena consapevolezza. Adesso come adesso, con gli incentivi e le costrizioni del mercato attuale è più semplice sviluppare una certa sensibilità in questo senso. Noi abbiamo sempre lavorato in un’ottica circolare, per noi è diventata ormai una conditio sine qua non. Il refitting è stata una delle naturali conseguenze, che ci permette di promuovere il concetto di messa in sesto del prodotto finalizzata al suo riutilizzo.
Purtroppo oggi c’è ancora una scarsa conoscenza dei materiali: ci sono tantissimi progettisti super esperti sul tema dell’ideazione ma che hanno poca esperienza con i materiali. Noi crediamo che questo sia un aspetto fondamentale, capace di rivoluzionare il prodotto rendendolo riutilizzabile. Abbiamo sempre preferito creare prodotti di facile riparazione, in questo modo possiamo garantire al cliente un prodotto sempre nuovo e immortale.
Lo scorso giugno abbiamo avuto un’ulteriore conferma della giusta direzione che stiamo percorrendo: abbiamo presentato al Fuorisalone di Milano, organizzato dall’architetto Simone Micheli e denominato “Hybrid restaurant”, la seduta modulare “Triple F”. Un progetto pensato per essere realizzato con logiche di eco-design in componenti separati e assemblabili, altamente personalizzabile nelle forme e nei colori, di facile manutenzione nel tempo e a basso impatto ambientale anche nella fase di smaltimento. La seduta Triple F è il risultato di un progetto più ampio a dimostrazione di quali e quante sono le possibili “evoluzioni” del prodotto nel corso del tempo quando si rende ogni componente sostituibile.
Ed è da qui che nasce l’idea di redigere il protocollo FUTURE?
Il protocollo FUTURE nasce dalla nostra mission aziendale: trasmettere valori, consapevolezza e responsabilità ai nostri figli e alle nuove generazioni. L’obiettivo di FUTURE è quindi quello di avviare un processo virtuoso attraverso la divulgazione e la condivisione di quello che facciamo, sensibilizzando e diffondendo quelli che sono i nostri valori.
FUTURE è l’acronimo che ben ci rappresenta, dove:
F significa FOCUS, racchiude i valori aziendali e personali ma anche i desideri e le aspettative del cliente
U è l’unicità che contraddistingue ogni nostro progetto, grazie a un approccio unico e customizzato
T è la traduzione intesa come processo trasformativo da progetto a prodotto
U ovvero Use it! Vuole essere un invito a usare la seduta. Immaginiamo sempre chi utilizzerà quella seduta e soprattutto come la utilizzerà
R ovvero Refitting, sinonimo di sostenibilità e riuso. Promuoviamo il riutilizzo dei prodotti e dei materiali resistenti in un’ottica circolare
E è l’Esperienza e soprattutto la sua condivisione che stimola la curiosità e lo scambio reciproco
Questo è il progetto che, quando ho cominciato a pensarlo e a metterlo per iscritto, io stesso l’ho definito “La pace nel mondo“… Grazie al confronto con altre persone, ho capito che la nostra idea di FUTURE è realizzabile, ci sono tantissime realtà che già seguono le buone pratiche senza rendersene conto. Stiamo cercando di promuovere il nostro protocollo ad altre aziende con l’idea di realizzare una rete di imprese sostenibili, anche grazie alla tecnologia. Personalmente credo molto nel fare rete e nelle nuove generazioni, per questo motivo collaboro al progetto didattico Junior Achievement Italia. Credo sia fondamentale formare il nostro futuro per garantirci un mondo migliore.
1 commenti
Molto interessante, grazie!
Conosco Lorenzo Braida dal 2004, è bello vedere come si è evoluta la sua storia.
Piera Giacconi