Un laboratorio per testare i velivoli a pilotaggio remoto. Un gate per garantire l’accesso sicuro anti-covid agli ambienti pubblici. Uno zerbino con raggi ultravioletti per sanificare la suola della scarpe. Ma anche un Social Robot dotato di intelligenza artificiale per supportare la didattica in aula. Con numerosi brevetti e investimenti mirati, la prima knowledge technology intensive company italiana si sta preparando ad affrontare l’era bionica.
Ci sono aziende che dallo shock provocato dal Covid devono ancora riprendersi, più che mai con l’aumento del prezzo delle materie prime e dall’inflazione. Altre per le quali la pandemia è stata un driver per innestare la quinta e prepararsi alla Big revolution, quella prevista per il 2045, anno in cui studiosi come Raymond Kurzwell ipotizzano il passaggio dall’uomo biologico a quello bionico.
Tra queste, la Protom, specializzata nella realizzazione di prodotti, soluzioni e servizi ad alta intensità tecnologica, fondata nel ‘95 da Fabio De Felice, (docente di impianti industriali all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, tra i principali esperti italiani di digitalizzazione delle imprese), che ha sviluppato prodotti altamente tecnologici proprio negli ultimi due anni, segnati dal Coronavirus.
Protom è la prima KTI (knowledge &Technology Intensive) company italiana
Oltre a offrire un mix unico di competenze diverse, capaci di cooperare, conta 180 collaboratori e ha sedi a Napoli e Milano. Vanta collaborazioni con le più importanti aziende operanti nei vari mercati: ABB, Leonardo, Airbus, Fca, Atr, Hitachi Rail, Accenture, NTT Data, Gi Group e altre. Quattro le Business Unit: Advanced Engineering, Digital Transformation, Smart Manufacturing & Knowledge Development. A rafforzarla, due tiger team: il Research Lab e l’Innovation Lab, il primo dedito allo sviluppo di progetti di R&D e il secondo focalizzato esclusivamente sullo sviluppo di soluzioni innovative da portare al mercato.
Protom ha ricevuto il certificato “Elite”, il programma di Borsa Italiana per le imprese ad alto potenziale, entrando tre anni fa nel novero dei “50 Future Shapers” – selezionati dalla London Stock Exchange – per l’approccio alle sfide della Quarta Rivoluzione Industriale. Negli ultimi anni, grazie alla strategia di ingresso nel settore dei prodotti innovativi in ottica sia B2B che B2C, l’azienda sta conquistando e rafforzando nuove quote di mercato.
Protom ha chiuso il 2021 all’insegna della crescita.
«Le grandi trasformazioni – spiega De Felice – sia digitali che ambientali, portano la società a superare i target posti dal piano industriale 2020-2024. Il valore della produzione 2021 supera i 22 milioni di euro (dai 14,5 milioni del 2020) e si appresta a superare i 30 milioni alla fine del 2022. A trainare i ricavi è la divisione Smart Manufacturing, che rappresenta il 44% del totale e può contare su clienti del calibro di ABB e Leonardo. L’obiettivo è portare il peso della divisione al 65% entro la fine dell’anno. A seguire c’è la divisione Digital Transformation, che pesa per il 28% e si articola su due diverse linee di business: consulenza e sviluppo/vendita prodotti proprietari, come ad esempio, la piattaforma GAP. L’Ebitda supera i 2,5 milioni di euro e gli occupati a tempo indeterminato sono più di 220».
Negli ultimi due anni la società ha depositato cinque brevetti e generato tre spin-off focalizzati sullo sviluppo di prodotti innovativi proprietari, uno dei quali è prossimo ad accogliere l’ingresso di un fondo di venture capital. Tutto ciò grazie all’azione dell’Innovation Lab, che negli ultimi due anni ha perfezionato soluzioni fortemente innovative mediante l’integrazione delle più evolute tecnologie, con una particolare attenzione al settore dell’Education.
Alla fiera dell’innovazione scolastica Didacta, il più importante evento fieristico nazionale dedicato al mondo della scuola, dell’università, della formazione e della ricerca scientifica, Protom ha presentato EDUMAT, una soluzione che integra ambienti virtuali con l’interazione fisica per offrire esperienze ludico-didattiche divertenti ed efficaci che favoriscono l’attività motoria e la collaborazione tra i partecipanti. «Alcune di queste innovazioni – aggiunge De Felice – sono state convogliate in spin-off dedicati come Protom Robotics e ScuoLab. Con il primo abbiamo realizzato Classmate Robot, un Social Robot da inserire in classe, dotato di intelligenza artificiale per supportare la didattica e l’esperienza di crescita in aula. Il secondo, invece, consente di utilizzare dei veri e propri laboratori relativi alle materie STEM completamente virtualizzati e utilizzabili in cloud».
Cosa vi ha permesso di raggiungere questi risultati?
«Dopo una fase di costruzione dell’azienda, che ha interessato i suoi primi 25 anni di vita – spiega Salvatore Rionero, amministratore delegato di Protom – abbiamo lavorato a una fase nuova per dotare la società di competenze molto diversificate tra loro che, stratificandosi, possono operare in settori ad alto valore aggiunto. Siamo l’unica realtà con queste caratteristiche, la prima KTI company italiana. Raccogliamo i frutti di un investimento di lungo corso, destinato a consolidarsi nei prossimi anni».
Parliamo dei prodotti realizzati prima e dopo la pandemia.
Con il supporto del Fondo Ricerca e Innovazione – afferma De Felice – gestito dal Banco di Sardegna per tutto il Sud Italia, Protom ha realizzato nel suo plant produttivo di Giugliano (Napoli) il progetto MIB – Modular Iron Bird, laboratorio a supporto della certificazione dei velivoli a pilotaggio remoto. Con MIB anche le aziende aeronautiche medio-piccole possono disporre di un’importante facility di analisi e verifica per il controllo dei comandi di volo. L’Equipment Test Laboratory è formato da parti strutturali: il sistema dei comandi di volo, il sistema di generazione attivo del carico sulle superfici mobili e il sistema di controllo e acquisizione dati. Il dimostratore finale è stato completato con un PC dedicato, dotato di una scheda National Instruments, con opportuno numero di canali in ingresso ADC e in uscita PWM per poter essere interfacciato con il sistema servo-idraulico di azionamento. Il simulatore real time della dinamica del velivolo sviluppato in MIB prende in carico i comandi di input del pilota e lo stato delle superfici mobili, le condizioni di volo, i disturbi atmosferici ed eventuali malfunzionamenti. All’interno di questo ambiente di prova sono stati installati i comandi di volo reali (attuatori e relativa elettronica di controllo) con le necessarie interfacce velivolo (attacchi, alimentazione di potenza, sistema elettronico di controllo).
L’algoritmo che garantisce l’accesso sicuro
L’altro prodotto è stato concepito e sviluppato interamente in Italia. Si chiama Pass – Protected Access Security System e consente di garantire la sicurezza degli ambienti pubblici, rassicurare le persone che li frequentano e semplificare l’attività di controllo e prevenzione, grazie a un sistema che fa da sintesi tra intelligenza artificiale, sensoristica e software di monitoraggio ambientale. Pass è fornito di un monitor attraverso cui l’utente, nel giro di pochi secondi, riceve le seguenti informazioni: mascherina nella posizione corretta, temperatura corporea nella norma, sanificazione delle mani avvenuta mediante l’erogazione automatica del gel, sanificazione delle suole delle scarpe avvenuta mediante la loro esposizione a raggi UV-C. Il sistema indica il via libera all’ingresso o lo vieta.
Poi è arrivato Zerbisan, un «gate» di sanificazione per l’accesso in casa ed in ufficio.
Un prodotto innovativo che consente la sanificazione delle suole attraverso la grande capacità di aggredire virus e batteri dei raggi UV, a partire dal DNA, con percentuali di successo superiori al 90%, certificate da un laboratorio terzo specializzato. Funziona a secco, non ha bisogno di manutenzione ed è programmato per la massima efficacia sanificante. Ha le stesse dimensioni di uno zerbino, si attiva quando si sale mentre una spia avverte dell’avvenuta sanificazione. Funziona con batteria ricaricabile. Ha una struttura portante in materiale leggero, griglia in acciaio, un sistema di illuminazione UV-C basato su led, elettronica di controllo e temporizzazione. La produzione di raggi di luce ultravioletta (UV), in particolare quelli afferenti alle lunghezze d’onda della banda C, (tra i 280 e i 200 nanometri) possiede caratteristiche di radiazione in grado di rompere i legami molecolari del DNA e RNA, inattivando la riproduzione o uccidendo batteri, virus, spore, funghi, muffe e acari.
Prodotti nuovi e un libro che racconta questa rivoluzione…
Di prodotti ne stiamo studiando altri – conclude Fabio De Felice, (autore con Antonella Petrillo, docente al Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope e componente del Gruppo di Lavoro Industria 4.0. di un libro pubblicato da Mc Graw Hill, dal titolo: Effetto Digitale, visioni d’impresa e Industria 5.0) – La pandemia ha solo accelerato un processo da noi avviato da tempo. Per riprendere Barbara Carfagna, che ha scritto la prefazione al nostro libro: dopo la prima rivoluzione con Copernico, quella in cui abbiamo compreso che non siamo la specie centrale di un pianeta al centro dell’universo, la seconda, di Darwin, quella in cui siamo diventati consapevoli che non siamo stati creati fuori dal contesto animale, la terza ad opera di Freud, per cui abbiamo capito che non siamo in totale controllo della nostra mente razionale, la quarta con Alan Turing, secondo cui non siamo gli unici ad agire sul pianeta Terra, ingraniamo la quinta e prepariamoci a una dimensione in cui conviveranno sfera fisica, digitale e biologica. Cioè? Quella in cui sarà l’uomo stesso grazie alle biotecnologie a ricostruire intere parti del corpo e programmare l’eliminazione di pezzi nocivi del Dna. Nessuna paura. Ma dovremo attrezzarci sin da ora per governare e non subire la transizione.
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