Home » EcoDream, con un design innovativo gli scarti ridiventano moda

EcoDream, con un design innovativo gli scarti ridiventano moda

di Valentina Tafuri
ecodream-design-sostenibile
Eccedenze di produzione, materiali difettati, scampoli, rimanenze. Dal 2016 EcoDream Design produce borse e accessori recuperando materiali che di solito vengono scartati. «Stiamo introducendo il Piñatex – spiega il fondatore Alessio Baldi – un tessuto che simula la pelle, totalmente ecologico e vegan, ricavato dagli scarti di produzione dell’ananas»

Possono innovazione e artigianato coniugarsi insieme? La risposta è assolutamente sì. A dimostrarlo è EcoDream Design, l’azienda fiorentina che coniuga sostenibilità, salvaguardia ambientale e tutela delle persone. Di questo progetto-impresa diventato realtà ne parliamo con il fondatore, Alessio Baldi.

Alessio Baldi, da dove viene l’idea di EcoDream di creare borse e accessori con materiali riciclati?

Il progetto nasce in un periodo storico dove si faceva ancora molta fatica ad associare le tematiche ambientali con il mondo del fashion. Temi come sostenibilità, ecologia, recupero dei materiali, erano visti come qualcosa di profondamente incompatibile con la moda. Erano mondi lontani, che nessuno pensava realmente potessero coesistere. Erano già presenti le prime proposte, ma quello che emergeva era un’offerta che si caratterizzava per prodotti dal design tendenzialmente mediocre o eccentrico o di un basso livello qualitativo. Prodotti non adatti a un’utenza che ricercava un accessorio dall’alto valore estetico e qualitativo. Quei brand che invece proponevano prodotti di alto livello si caratterizzavano per una fascia di prezzo tendenzialmente elevata, rendendoli di fatto non alla portata di tutti.

Qual è stata dunque la vostra idea originale?

La nostra idea era quella di proporre dei prodotti che fossero sostenibili, ma dove il design non andasse in secondo piano ma anzi, fosse all’altezza dei prodotti “tradizionali”. Abbiamo deciso inoltre di collocarci in una fascia di prezzo media, affinché non si trattasse di prodotti di lusso, per pochi ma che fossero alla portata della persona media. In quel periodo siamo stati tra i primi a offrire una proposta di questo tipo in Italia e possiamo dire di aver anticipato un trend, che poi effettivamente si è consolidato, diffondendosi su ampia scala, anche tra quei brand che fino ad allora avevano deliberatamente ignorato queste tematiche.

borse-ecodream

Il vostro è un prodotto artigianale che si colloca nel settore classico della pelletteria fiorentina, ma allo stesso tempo è un prodotto innovativo. Come convivono questi due aspetti?

Bisogna ammettere che soprattutto inizialmente non è stato facile far incontrare questi due mondi, gli artigiani di lunga data, “la vecchia scuola”, aveva non poca difficoltà a capire e condividere i concetti/modelli che introducevamo. Per decenni avevano fatto le cose in una certa maniera e improvvisamente vedevano stravolto il loro modo di fare. La pelletteria fiorentina di lusso si caratterizza per delle peculiarità: materiali pregiati e impeccabili, l’impiego di collanti e componenti dove la sostenibilità non era un aspetto contemplato. Inizialmente è stato sicuramente uno shock, per loro, introdurre questi temi in un settore tradizionale e storico come quello della pelletteria artigianale. Ma con il tempo, questi stessi artigiani, hanno dimostrato una sorprendente elasticità, dinamicità e pragmatismo e hanno cominciato a comprendere e condividere questo nuovo modello, cosi come stanno facendo anche i grossi brand del lusso.

Come sperimentate nuovi materiali?

La sperimentazione di nuovi materiali è sempre un aspetto molto delicato, perché ogni materiale ha le sue caratteristiche, le sue peculiarità e diverse reazioni, sia in fase di lavorazione, sia nell’utilizzo. Quando introduciamo nuovi materiali c’è sempre bisogno di una fase di sperimentazione, di test, per capire come possono reagire, se si adattano ai nostri modelli e a determinati usi.

La vostra è un’azienda sostenibile per definizione. Oltre al recupero di materiali di scarto, attuate altre iniziative in direzione della sostenibilità?

La sostenibilità è un aspetto che coinvolge la nostra attività nella sua interezza, perché prima di tutto condividiamo profondamente questi valori, fanno parte della nostra identità, del nostro modo di vedere il mondo. L’aspetto sicuramente più evidente è il recupero e l’utilizzo di materiali di scarto, rimanenze, eccedenze e materiali dismessi ed è sicuramente la prima cosa che emerge. Ma prestiamo attenzione a seguire questi principi in tutto il ciclo di produzione: nell’utilizzo di collanti a base acquosa, non tossici e che non contengono solventi o nell’utilizzo di materiali di rinforzo rigenerati o certificati. Insomma, cerchiamo di estendere il concetto di sostenibilità non solo all’aspetto esteriore, più evidente ma a tutte le componenti e alle sostanze utilizzate durante la lavorazione. Alcune componenti minori possono non essere propriamente sostenibili ma in quel caso viene data importanza alla loro durabilità, aspetto non trascurabile. Infatti la durabilità di un prodotto è un fattore chiave quando si parla di sostenibilità, un bene per essere sostenibile deve poter durare nel tempo.

Il vostro approccio sostenibile però si estende anche ad altri tipi di iniziative. Quali?

Offriamo inoltre ai nostri vecchi clienti un servizio di rigenerazione, ritiriamo quei prodotti che non sono più nuovi ed impeccabili, e cerchiamo di donargli una nuova vita, perché la sostenibilità è anche recuperare quello che uno ha già, anziché comprare un prodotto nuovo. Anche per gli imballaggi che utilizziamo per le spedizioni impieghiamo quasi esclusivamente carta e cartone non sbiancati e senza stampe non necessarie, inoltre una parte di questi imballaggi sono riciclati e/o di recupero.

Alessio-Baldi-EcoDream-Design

Alessio Baldi, fondatore EcoDream Design

Un altro aspetto rilevante è il nostro modello di gestione dei nostri scarti di produzione. È innegabile che anche noi creiamo scarti o rimanenza, per quanto cerchiamo di minimizzarli, sarebbe ipocrita negarlo. Il nostro approccio è quello di smistare i vari materiali, al fine di differenziarli e cercare di riutilizzarli il più possibile per altre componenti. La parte residua inutilizzata viene invece proposta in una sezione del nostro sito, a chi ne può cogliere un ulteriore potenziale. Alcuni materiali sono regalati o ceduti a un prezzo simbolico a titolo di rimborso spese.

Un bene per essere sostenibile deve poter durare nel tempo.

Siamo inoltre disponibili a donare questi materiali ad associazioni no-profit, come nel caso di Fondazione Cesar, Onlus che svolge progetti umanitari in Africa e in Italia. Nello specifico abbiamo donato dei tessuti da impiegare in un progetto sartoriale per donne in una condizione di svantaggio economico e sociale.

fondazione-cesar-ecodream

Abbiamo aderito anche ad altre iniziative, come “WarMe30Times“, un’iniziativa legata allo slow fashion che cerca di contrastare la logica dell’usa- e-getta, “A-totus“, un’altra iniziativa legata all’economia circolare, e “Fashion Revolution“, un movimento che cerca di promuovere un modello di moda più etica e responsabile.

Recycling ed upcycling sono parole che caratterizzano il prodotto EcoDream. Quali competenze sono richieste per poter arrivare a utilizzare materia prima seconda in maniera creativa facendo un business come il vostro?

Gli aspetti centrali in questo modello di business sono fondamentalmente due: esperienza e creatività. Se nell’utilizzo di materiali tradizionali l’esperienza è stata maturata nel corso degli anni, dopo anni di tentativi, prove e sperimentazioni, utilizzando materiali “innovativi” e “atipici” è un percorso nuovo, che deve essere iniziato da capo. È per questo che ogni nuovo materiale per essere introdotto necessita di un percorso di studio e sperimentazione, proprio per capirne caratteristiche e peculiarità ma anche limiti e criticità. L’altro fattore fondamentale è quello della creatività. Bisogna avere una mente libera, aperta, senza preconcetti, sempre pronta a sperimentare, che sia disposta a fare quello che, prima di allora, sembrava impensabile, sia dal profilo creativo che tecnico.

È più difficile disegnare un modello di borsa o un accessorio da realizzare con materiali di recupero?

Fondamentalmente dal punto di vista del design non ci sono grosse differenze o limiti tra un prodotto tradizionale e uno sostenibile. La differenza sostanziale è più sotto il profilo tecnico e dello sviluppo prodotto. Per quanto riguarda i materiali, le componenti e i collanti, che possono creare significative differenze in termini di resistenza, durabilità, confort d’utilizzo e peso. Ogni materiale reagisce diversamente e questo chiaramente può creare dei limiti ma anche opportunità. Comunque, difficilmente questo incide sensibilmente sul design, anzi, alcuni materiali sostenibili possono offrire nuove opportunità estetiche, consentendo un’innovazione anche sul profilo stilistico.

A livello di comunicazione, come divulgate la particolarità del vostro marchio?

La sostenibilità è sicuramente un aspetto centrale del nostro marchio ma abbiamo da sempre cercato di attirare interesse per il design dei nostri prodotti. L’utente deve apprezzare in primis l’estetica, poi l’aspetto etico che c’è dietro al nostro progetto, che sicuramente è un valore aggiunto. D’altronde un consumatore acquisterà un prodotto sostenibile solo se ne apprezza anche l’aspetto estetico. Il fatto di essere un prodotto “buono” non compensa il fatto di essere “brutto”. Nel nostro sito ci teniamo a illustrare in maniera dettagliata tutti gli aspetti del nostro progetto, cosicché, chiunque fosse interessato ad approfondirlo, può scoprire tutte le specificità della nostra realtà.

ecodream-innovation-hero

C’è un materiale che non avete ancora utilizzato e con il quale vorreste provare a realizzare un vostro prodotto?

Potenzialmente molti, visto che soprattutto negli ultimi anni stanno nascendo molti nuovi materiali sostenibili, decisamente interessanti. Sicuramente un aspetto che ne rallenta l’adozione è lo studio e la sperimentazione del nuovo materiale, per capirne caratteristiche e peculiarità. L’introduzione troppo frettolosa di un nuovo materiale può essere potenzialmente rischiosa, quindi preferiamo essere prudenti a riguardo, evitando di saltare le tappe. Un nuovo materiale che stiamo introducendo è il Piñatex, un tessuto che simula la pelle, totalmente ecologico e vegan, ricavato dagli scarti di produzione dell’ananas.

 

Valentina Tafuri

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento