Cresciuto tra Napoli e Capri, è uno dei più noti designer di imbarcazioni a livello internazionale. Insieme con un team di ingegneri dislocati in Europa, Acampora produce componenti di alta tecnologia per la propulsione e il controllo navale. «L’obiettivo è integrare i principi di intelligenza artificiale nello sviluppo dei nostri lavori. Ma resto un sostenitore dell’intuizione, della logica di base e del pensiero semplice».
«La barca che sogno di progettare? Un moderno motorsailer, capace di emozionare, a vela, in modalità realmente 100% green, spinto solo dal vento e forse con dei foils, ma anche in grado di navigare in maniera efficiente, con propulsione ibrida avanzata, a velocità sufficientemente elevate, oltre i venti nodi. Sembra un’utopia, ma il mondo della Vela e del motore dovranno prima o poi riunirsi per forza».
È il progetto nel cassetto di Brunello Acampora, napoletano, classe ’66, uno dei più noti designer di imbarcazioni a livello internazionale. Uno che ha saputo mettere insieme innovazione e creatività e che non smette di pensare in grande. «Per chi la disegnerei? Mi piacerebbe progettarla per un visionario e mi viene in mente, banalmente, Elon Musk».
Brunello cresce tra Napoli e Capri, dove in inverno conosce i marinai di Marina Grande che gli insegnano le prime nozioni sulle imbarcazioni tradizionali in legno, da sempre la sua grande passione. L’attrazione per la velocità nasce nel 1975 quando suo padre acquista una delle imbarcazioni più veloci presenti sul mercato all’epoca: il “Drago”, il day cruiser diesel, progettato da Renato Sonny Levi, che ispirerà tutto il suo futuro lavoro.
Grazie a sua madre, da sempre molto vicina al mondo della moda e del design, l’architetto delle navi conosce alcuni dei più influenti designer del tempo: sopra tutti, il genio estetico del padre del prêt-à-porter, Walter Albini, che gli trasmette il gusto per il disegno. Queste esperienze sono fondamentali per la sua formazione. La passione per il disegno, il mare, la velocità e le barche si uniscono in un unico sogno: diventare uno Yacht Designer.
Nasce Victory Design
Nel 1985 inizia un corso di studi in Yacht and Boat Design a Southampton (UK), dove lavora nell’ufficio tecnico della Cougar Marine, famosa per i suoi catamarani da competizione. Comincia a frequentare la casa e lo studio del maestro “Sonny” Levi, che vive sull’isola di Wight. Si trasferisce poi a Torino, dove nel 1989 fonda lo studio Victory Design e progetta svariate imbarcazioni da competizione – catamarani e motoscafo, in alluminio e composito – che diventano noti nel campionato del mondo Classe 1 Offshore e nella Venezia-Montecarlo. Lo studio si sposterà a Roma e Venezia, per tornare a Napoli nel 2000.
In questi anni Victory Design diventa un’importante realtà e collabora con i protagonisti della nautica da diporto, tra cui: il Gruppo Rodriguez, Azimut e Ferretti Group. Quest’ultimo gli affida prestigiosi incarichi per i marchi Pershing, Bertram, Riva, Custom Line, Ferretti Yacht, CRN, Apreamare. Ma l’incarico di gran lunga più prestigioso – che Ferretti Group assegna ad Acampora – è quello di inventare l’Italian Lobster Style delle ormai famose Mochi Dolphin, «un successo su scala mondiale – dice Brunello – che ha completamente riposizionato il marchio Mochi Craft».
Molto produttiva anche la collaborazione con Cantieri di Sarnico. Dopo aver progettato la carena dello Spider, barca vincitrice del premio European Powerboat of the Year, Acampora disegna una nuova concept boat: il trimarano Arcidiavolo, un’imbarcazione dal design originale, oltreché un prototipo dalle prestazioni eccezionali. Alla carena a “triciclo rovesciato”, ideata da Renato Sonny Levi e reinterpretata da Victory Design, sono state riconosciute qualità particolari, applicate nel diporto e nel settore agonistico. Hanno dato vita a una barca di serie (GT) e da corsa (GTS) dopo vari test accurati.
Sempre per Cantieri di Sarnico nel 2010 Brunello progetta lo scafo e il sistema di propulsione del Grande: «Un 80 piedi – spiega – capace di planare a bassa velocità (12 nodi), contenere i consumi alle andature di crociera (430 miglia di autonomia a 20 nodi) e raggiungere una prestazione massima di 42 nodi con una potenza inferiore a quella normalmente utilizzata da altre imbarcazioni della stessa tipologia».
Victory nel tempo ha saputo rinnovarsi, mantenendo le collaborazioni di successo con marchi storici come Mochi Craft e Cantieri di Sarnico, aggiungendo altri brand affermati, come Solaris Power, il cantiere turco Alen Yacht e Ulisse 2000. Nel 2022 Victory dà vita a un progetto unico: la gamma BOLIDE, inaugurata con Bolide 80, in costruzione in-house da parte di Victory con la collaborazione di Persico Marine. Si tratta di veri gioielli da collezione, prodotti su misura in numero limitato, che possono definirsi Hyper Muscle Yacht: imbarcazioni tecnologiche e veloci, capaci di viaggiare in totale comfort e sicurezza a circa 55 nodi di crociera e con sprint speed fino a 75 nodi, con una riduzione dei consumi rispetto a barche di pari categoria.
Con Flexitab è l’ora della fluidodinamica
Oltre alla progettazione navale, al design degli esterni e degli interni, l’attività dello studio comprende anche il restyling e l’interior design di megayacht, tra cui FARIBANA V, uno splendido Amels di 180’ (54,5m) nel 2008. Parallelamente al mercato del diporto, Brunello Acampora continua a operare nello shipping commerciale, settore nel quale Victory Design mira a collocarsi quale partner tecnologico in progetti navali d’avanguardia.
In passato, lo studio ha lavorato nella realizzazione di fumaioli in compositi per navi da crociera della Fincantieri, giubbotti ed elmetti balistici in materie plastiche rinforzate, assi di trasmissione tubolari in composito per carri armati e molti altri componenti ad alto contenuto tecnologico, frutto della collaborazione con la Montedison.
Acampora diventa capofila del concetto di total design, una visione della progettazione come momento di sintesi tra arte, scienza e tecnologia in cui la funzionalità e le performance navigano di pari passo con l’eleganza delle forme e l’esperienza dell’armatore. Nel 1999 Acampora fonda, come costola di Victory Design, la Flexitab. Questa società industriale ha l’obiettivo di progettare, produrre e commercializzare componenti per la propulsione e il controllo navale ad alta tecnologia. Tutto questo grazie a un team di ingegneri diffuso nelle diverse sedi in Europa, con specializzazioni molteplici: dall’ingegneria strutturale alla fluidodinamica (in grado di seguire lo sviluppo di un prodotto dall’idea iniziale alla progettazione, dalla fase prototipale alla produzione di serie).
Dopo il brevetto d’esordio (una rivoluzionaria pala di flap in composito che flette in modo strutturale, consentendo una funzionalità d’esercizio sconosciuta ai tradizionali flap rigidi), Flexitab si è concentrata nello sviluppo di un’efficientissima trasmissione, basata sul principio dell’elica semisommersa, il Flexidrive. I prototipi di questa pietra miliare della propulsione, sviluppata con la collaborazione di partner di eccellenza – tra cui lo stesso Sonny Levi e le Università di Genova e Napoli – sono stati collaudati sulla barca laboratorio “Victory Lab One”. L’alleanza tra Victory Design e Flexitab, grazie anche a generosi investimenti, produce risultati destinati a rafforzare l’immagine di un Italian Design che abbina alle qualità estetiche contenuti tecnologici degni del Ventunesimo secolo.
Cosa significa innovare?
«Vedo molti approcci possibili all’innovazione – spiega Acampora – non una sola strada. Sono predisposto alla ricerca dell’innovazione dirompente, che cambia le regole del gioco, attraverso lo studio dei problemi da prospettive diverse. Scelgo un approccio disciplinato e pragmatico, mediante l’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati, regole e protocolli. Non accetto l’abolizione: vorrei anzi stimolare maggiormente l’impiego dell’intuizione, della logica di base o pensiero semplice, per provare a immaginare una soluzione creativa ancor prima di averla studiata in dettaglio. Salvo poi approfondire e valutare la validità di questa ‘invenzione’ intuitiva. Ovviamente, ci distinguerà la capacità di selezionare e portare a compimento lo sviluppo delle idee migliori».
Quali sono i progetti dei prossimi anni?
«Integrare i principi di intelligenza artificiale nello sviluppo dei nostri lavori, applicando i principi del Generative Design, per fondere requisiti tecnici e formali del progetto. Mi piacerebbe che l’estetica fosse scolpita dalla fluidodinamica e dagli aspetti strutturali e in genere dalla funzione, come avviene in natura. Spingere senza alcuna esitazione sull’acceleratore della tecnologia amica della salute fisica e mentale dell’uomo e del Pianeta».
Il partner ideale?
«Lamento la mancanza di spirito di associazione tra aziende nazionali ed europee che operano nello stesso settore. Vorrei che gruppi come Leonardo e Fincantieri imparassero davvero a collaborare con le PMI italiane, al di là degli slogan, nell’interesse nazionale».
Concorrenti?
«Non credo esistano studi di progettazione talmente pazzi da seguire il percorso di Victory – chiarisce – A noi non interessa tanto ciò che abbiamo imparato a fare, quanto cosa potrà essere fatto meglio. Questo tendenzialmente ci rende dei perpetual challengers, perennemente alla ricerca della prossima sfida, tecnica o commerciale che sia. È inebriante, ma anche sfibrante».
Intanto il designer fa sapere: «Siamo reduci dai Saloni di Cannes, Monaco, Genova e Fort Lauderdale, ci apprestiamo a esporre alcuni nostri brevetti delle spin-off Flexitab e T-Drive al METS ad Amsterdam. Poi ci sarà Düsseldorf e quindi il Miami Boat Show».