La struttura, che ospiterà gli NFT (Non Fungible Token) delle opere di alcuni artisti di fama internazionale, è un esempio di progettazione architettonica innovativa. Innovation Hero ha intervistato Andrea Galli, CEO di Pini Group: «Il digitale ha spostato in modo decisivo il paradigma della progettazione e della costruzione dell’opera, cambiandone le regole in modo irreversibile».
L’edificio multipiano Helmallery, nato dalla partnership tra Pini Group ed Helm, è stato riconosciuto e premiato dalla DAO di DecentraLand e scelto, tra più di 200 candidature in tutto il mondo, come uno tra i pochi partner ufficiali per le future costruzioni architettoniche e per affitti di terreni e spazi a terzi. L’innovazione conquista anche l’architettura modificando la progettazione delle aree urbane. Pini Group, società di ingegneria multinazionale, debutta nel Metaverso, adottando soluzioni uniche e all’avanguardia come il progetto di Helmallery, un edificio multipiano sviluppato in DecentraLand, uno degli attuali metaversi esistenti. L’edificio ospiterà gli NFT (Non Fungible Token) delle opere di alcuni artisti di fama internazionale, come Silvano Repetto, importante artista svizzero e Chiara Capobianco, giovane e pluripremiata street artist. Pini Group ha seguito in partnership con Helm tutte le fasi del progetto, dalla scelta del metaverso, alla progettazione architettonica, alla programmazione e alla realizzazione degli NFT per coloro che fruiranno degli spazi. Un partenariato che annovera numerosi altri progetti già realizzati e in corso di sviluppo. Con Andrea Galli, CEO di Pini Group, vogliamo conoscere le nuove frontiere dell’innovazione sviluppate e applicate all’architettura.
Che ruolo svolge il metaverso nell’architettura?
Per rispondere a questa domanda vorrei fare un passo indietro, partendo dal concetto di metaverso. Per metaverso intendiamo un universo online 3D persistente, che include svariati spazi e mondi virtuali aventi natura e caratteristiche differenti. All’interno di queste Virtual Platforms si può lavorare, incontrarsi, socializzare e giocare grazie all’utilizzo di Avatar che sono rappresentazione di utenti reali. Si tratta, quindi, di ecosistemi virtuali che devono essere concepiti, plasmati e resi vivibili. A seguito di questa premessa risulta chiaro come l’architetto, nel metaverso, svolga un ruolo centrale e, per molti aspetti, simile a quello che svolge nel “mondo reale”.
Quanto incidono l’Open Innovation e l’ecosistema d’innovazione nel futuro delle progettazioni?
L’Open Innovation rappresenta, oggi, l’unico modo per fare davvero innovazione. La complessità del mondo attuale e delle esigenze alle quali si vuole dare risposta portano con sé una pluralità di competenze, skills e saperi che, per numero ed eterogeneità, difficilmente possono trovare risposta da parte di singole aziende. Oggi bisogna, quindi, aprire i propri confini aziendali per poter fare innovazione, in un’ottica di collaborazione e cooperazione. Proprio l’innovazione, nel settore delle costruzioni, offrirà opportunità sempre più significative per tutto il settore, migliorando le pratiche esistenti, ma anche integrando nuove tecnologie e metodologie innovative in grado di portare nuovi modelli di business.
Il digitale come ha contribuito nella realizzazione dell’opera architettonica?
Il digitale ha spostato in modo decisivo il paradigma della progettazione e della costruzione dell’opera, cambiandone le regole in modo irreversibile. Da un concetto analogico di ripetizione di un gesto singolo di disegno e misurazione, determinato dal limite umano dell’operatore nella sua gestualità, a un concetto digitale di Big Data, in cui un flusso di dati viene convogliato e presentato al progettista da un algoritmo, in modo istantaneo e completo, permettendogli di prendere decisioni sulla base di una visione complessiva e accurata. Un vero e proprio paradigm shift.
Quali sono i cambiamenti principali che rivoluzionano l’impatto sociale e ambientale?
Potremmo dire che il metaverso sia una dimensione economico-sociale e culturale decisamente rivoluzionaria, nella sua portata collaborativa e di ubiquità. Va tuttavia capita, per fare in modo che non diventi alienazione della socialità reale ma un’esaltazione della stessa, nella produzione di cultura e relazioni. Dal punto di vista ambientale dobbiamo sottolineare che siamo ancora agli albori ed è difficile poter trarre delle conclusioni. Un aspetto interessante potrebbe essere quello legato alla riduzione dell’inquinamento derivante dai trasporti, dal momento che parliamo di una dimensione socio-economica di incontro e scambio di valore. Sull’altro piatto della bilancia c’è, sicuramente, un tema legato all’energia derivante dall’utilizzo delle tecnologie. Sarà interessante poter fare delle valutazioni sul medio periodo.
Quale messaggio vuole dare Pini Group con questo progetto architettonico?
Questa architettura virtuale è un progetto nel senso letterale della parola; un gettare avanti la nostra visione in una dimensione ancora in gran parte inesplorata, per iniziare a comprendere le regole del gioco del metaverso. Regole che vogliamo scrivere attivamente, provando a costruire il futuro, piuttosto che subirlo passivamente. Per questo stiamo investendo, come gruppo, nelle risorse giuste per portare avanti queste tematiche innovative. Per esempio abbiamo in azienda un Metaverse Architect, Umberto Ceccarelli, che si occupa di questo ambito nonché dello sviluppo delle realtà immersive per il mondo delle costruzioni.
Secondo lei, l’architettura in che modo deve rivedere il suo modo di progettare?
L’architettura non dovrebbe a mio avviso rivedere gli aspetti costitutivi della propria disciplina. Piuttosto dovrebbe essere la dimensione virtuale a modificarsi in funzione delle regole fondamentali dell’architettura, che riguardano il donare una dimensione di protezione e di incontro tra individui, senza dimenticare di comporre con arte ed equilibrio la sequenza dei propri spazi ed elementi. L’architettura deve aiutare il metaverso ad allargare l’attention span delle giovani generazioni, le quali hanno sviluppato un modo di vivere troppo reattivo e veloce, legato alle regole del gaming. A sua volta potrebbe utilizzare le nuove opportunità del parametricismo e della fluidità offerte dalla dimensione digitale, per meglio rispecchiare la decentralizzazione delle gerarchie nella nostra epoca attuale.
Come immagina un’abitazione progettata con il metaverso?
La casa nel metaverso sarebbe un luogo armonioso in cui creare cultura e socialità, che si apre per incoraggiare l’incontro tra avatar e allo stesso tempo si delimita per sviluppare momenti di comunicazione e di riflessione significativi tra le menti che si muovono in questo spazio virtuale. L’aspetto interessante di questa architettura sarebbe, oltre alla completa libertà formale della propria composizione, la possibilità di cambiarne l’aspetto funzionale, ma anche estetico in continuazione, nel caso in cui si modifichino le esigenze di chi la abita. Il concetto è quello di avere uno spazio in grado di adattarsi in maniera continua, cosa che risulta impossibile per un’abitazione classica.
Gli altri Paesi europei a che punto sono con l’innovazione nell’architettura?
Ogni Paese ha il proprio percorso innovativo, basato sulla propria storia e la propria cultura; c’è chi preferisce innovare la tecnologia e la tecnica della costruzione mantenendo un linguaggio tradizionale, e chi fa il contrario. Direi che noi innoviamo entrambi gli aspetti, spostandoci addirittura nella dimensione del virtuale per ampliare la portata dell’innovazione.
Che importanza assumono gli NFT?
I Non Fungible Tokens rappresentano un paradosso ontologico. Per definizione, un elemento digitale è infinitamente replicabile senza perdere alcuna qualità costitutiva. La tecnologia blockchain ha reso invece possibile l’unicità dell’oggetto digitale, permettendogli di acquisire un valore di rarità analogo a quello di un oggetto reale. Questo aspetto si può applicare a tutto; in questo momento il marketplace virtuale commercia sostanzialmente in opere d’arte, vestiti e accessori, e appezzamenti di terreno virtuale nel metaverso. Quindi possiamo dire che gli NFT sono il motore che ha reso possibile la speculazione e di conseguenza lo sviluppo sul mercato dei metaversi.