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Droni e Intelligenza Artificiale: la visione futuristica di ABzero per trasportare sangue e organi

di Valentina Tafuri
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Una Smart Capsule per ridefinire il concetto di consegna del materiale biomedico. È l’idea della start up ABzero, spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che rappresenta un’eccellenza nel settore della robotica.

Osservare i cieli trafficati di droni non è più una visione futuristica. Ne parliamo con l’ingegnere Giuseppe Tortora che – insieme all’architetto Andrea Cannas – ha fondato ABzero, azienda composta da un team di esperti in ambito aeronautico e normativo, marketing e sales management, sviluppo software e progettazione elettronica, da advisor del mondo medicale e dell’innovazione.

Come è nata questa idea innovativa?

L’idea di trasportare sangue e organi con i droni nasce quasi come una provocazione nel 2017. Nel 2018 abbiamo realizzato il primo prototipo e poco dopo abbiamo iniziato la sperimentazione e dimostrato la nostra soluzione con demo pubbliche in ambito urbano.

Ci spiega meglio di cosa si tratta?

La nostra idea era quella di trasportare con i droni prodotti delicati come sangue, materiale biologico o anche organi, assicurando la massima sicurezza. Per farlo abbiamo progettato un contenitore dotato di Intelligenza Artificiale che, attraverso una sensoristica innovativa e l’uso della tecnologia Blockchain, monitora in tempo reale lo stato dei materiali che trasporta e che può essere ancorato a un drone o ad altri mezzi, consentendo anche soluzioni di trasporto multi-modale.

Come si arriva a una “invenzione” di questo tipo? Quale è il vostro background professionale?

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Io sono un ingegnere biomedico con dottorato in robotica. Tutto è partito dall’osservazione dei tradizionali contenitori bio-medicali: abbiamo pensato di creare un contenitore intelligente, che consentisse di rendere il sangue immediatamente disponibile per essere usato, riducendo anche il rischio associato agli interventi chirurgici. Parliamo di una Smart Caspule perché la nostra soluzione è in grado di reagire ai problemi e agli ostacoli che possono presentarsi durante le missioni di volo grazie all’Intelligenza Artificiale, preservando al contempo il materiale biologico che contiene.

Questa tecnologia viene già utilizzata?

Siamo i primi al mondo a poter operare in ambito urbano. Abbiamo già effettuato dei voli di prova in Sicilia, a Torino e Malaga. A marzo abbiamo fatto una dimostrazione in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele di Milano. Nei prossimi mesi effettueremo delle attività sperimentali presso l’Ospedale di Livorno. Questa fase è molto importante per noi, sia per validare il prodotto – perché vogliamo proporre una soluzione che funzioni – che per attirare investimenti.

Le potenzialità di questa Smart Capsule però sono molto più ampie.

Se pensiamo che l’80% delle consegne a domicilio riguardano oggetti di peso inferiore ai 2,5 chilogrammi, sembra facile immaginare un futuro di ampio utilizzo di questa nostra soluzione per il trasporto di numerosi beni di largo consumo. L’idea è di partire da beni di prima necessità, come farmaci e prodotti nutraceutici (già in sperimentazione in Francia), prima del food delivery inteso su larga scala.

È per questo che avete vinto la call “Io Ci Credo”, promossa da In Cibum Lab, per l’innovazione del food tech?

La nostra peculiarità è guardare al futuro e noi immaginiamo già che tra 5-6 anni i beni di prima necessità o i farmaci potranno essere consegnati in questa modalità. Pensare al food delivery usando il nostro contenitore smart, che ne preserva le proprietà organolettiche, è un ampliamento delle potenzialità della nostra soluzione, anche in una versione più leggera e con sistemi di consegna pratici e innovativi per i consumatori. Tuttavia allineare gli avanzamenti tecnologici con il ricevimento e la loro accettazione da parte delle autorità competenti sul fronte normativo è un processo complesso, che richiede ancora molto tempo: l’impegno quotidiano punta a dimostrare la sicurezza e affidabilità del nostro sistema, a partire da contesti controllati dove la tempestività è un fattore di vitale importanza.

Per quanto riguarda la Smart Capsule, avete dovuto ricercare materiali particolari per realizzarla?

Certamente. La nostra è un’attività di Ricerca e Sviluppo continua, sia sulla parte meccanica del contenitore che su quella elettronica per quanto riguarda la sensoristica, sia lato software per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale, l’utilizzo della Blockchain e per l’implementazione della nostra app. Abbiamo lavorato insieme al CNR di Firenze, alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, di cui siamo spin-off, e alla Asl Toscana Nord-Ovest. Il nostro è un processo di miglioramento che non finisce mai.

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Non teme conseguenze sull’occupazione, se i corrieri un giorno saranno sostituiti dai droni?

No, perché nasceranno e sono già nate, di fatto, nuove figure professionali che creeranno nuove occasioni di lavoro. I nostri droni volano in modalità automatica, ma la supervisione remota da parte di piloti specializzati resta un livello di controllo che vorremo mantenere: questo insieme ad altre figure che ottimizzano il lavoro, garantiscono la sicurezza e svolgono altre funzioni specifiche. Il lavoro si evolve e con esso nascono nuovi profili lavorativi, anche molto specializzati. Insomma, i tassisti del futuro saranno i supervisori di un certo numero di droni.

 

 

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L’utilizzo dei droni e della vostra Smart Capsule ha anche risvolti in tema di sostenibilità?

In azienda abbiamo una figura dedicata a questa tematica, il Chief Sustainability Officer, che valuta l’impatto della nostra soluzione in base ai criteri ESG. Oltre al positivo effetto sull’ambiente – in quanto l’uso di droni può aiutare la riduzione delle emissioni nocive –, il nostro sistema ha una chiave sostenibile anche in ambito sociale. Consente infatti l’abbattimento dei costi per il trasporto di prodotti di consumo ed è una soluzione volta al miglioramento della qualità della vita delle persone. Vediamo un grande potenziale per generare nuove opportunità, anche lavorative, per il futuro.

 

Valentina Tafuri

 

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