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Nicola Cerantola al WMF: «Come ottimizzare le risorse? Ispiriamoci alla natura»

di Elisa Marasca
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Economia circolare e consigli per le aziende che vogliono intraprendere questo percorso: sono solo alcuni dei temi esposti dall’esperto Nicola Cerantola alla WMF – We Make Future di Rimini. «Il 20% della popolazione mondiale usa l’80% delle risorse: e il 45% non ha accesso all’acqua potabile»

“Non si scoprono nuove terre senza avere il coraggio di perdere di vista la riva per molto tempo”: questa frase dello scrittore francese e premio Nobel per la letteratura André Gide è la preferita di Nicola Cerantola, formatore, relatore, consulente ed esploratore di economia circolare, design e imprenditorialità rigenerativa. L’esperto ha tenuto un panel proprio sull’economia circolare il 17 giugno a Rimini, in occasione della WMF – We Make Future, Fiera Internazionale e Festival sull’Innovazione Tecnologica e Digitale.

Nel suo intervento è partito dall’etimologia di “economia”, dal greco οἶκος (oikos), “casa” inteso anche come “beni di famiglia”, e νόμος (nomos) “norma” o “legge”, ovvero usare risorse che si hanno a casa. Per arrivare poi a dati allarmanti: oggi il 20% della popolazione mondiale usa l’80% delle risorse, e il 45% non ha accesso all’acqua potabile. Come sopravvivere a quello che sta succedendo? Ecco alcuni consigli del relatore.

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Photo: iStock / anyaberkut

 

La natura come maestra di vita

Il più importante è quello di partire dalla biomimesi, una disciplina che studia e imita i processi biologici e biomeccanici della natura e degli esseri viventi come fonte di ispirazione per il miglioramento delle attività e tecnologie umane. «Possiamo copiare le forme naturali, come hanno fatto in Giappone per un treno disegnato partendo dalla morfologia dell’uccello martin pescatore. Oppure prendere spunto dalle caratteristiche dei materiali, come la banana, la cui buccia ha un ‘indicatore’ della maturità e protegge dall’ossidazione interna», ricorda Cerantola. Non solo: possiamo guardare ai comportamenti animali per lavorare meglio, come succede per la coordinazione e il lavoro in team delle api e delle formiche. Dalla natura abbiamo imparato poi che il rifiuto è un alimento, non uno scarto, ma anche che serve uno ‘stomaco’ o comunque un sistema in grado di digerirlo e smaltirlo in maniera appropriata.

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Come fare business rigenerativo

Fare economia circolare, quindi, significa investire e pensare in modo diverso. Serve un design mentale apposito per concepire scelte differenti e politiche nuove per il territorio. «Se mi limito a modificare il prodotto che commercializzo con materiali più sostenibili per l’ambiente sono solo a metà strada, perché il percorso parte dal design. E per essere veramente green, un prodotto dovrebbe avere dei materiali già scomponibili dal progetto iniziale (per esempio nei computer)», spiega l’ingegnere. Quali sono, quindi, i nuovi modelli di business circolare? Fare profitto vendendo meno prodotti. Quali sono le leve? Passare dal sistema di gestione ambientale – che ogni organizzazione può implementare per gestire i propri processi aziendali, nel rispetto della politica dell’azienda (oltre che della legislazione di riferimento) – all’innovazione ambientale, cominciando a piccoli passi dalla propria realtà e poi coinvolgendo fornitori e clienti. Cerantola ha concluso sottolineando che l’economia circolare non è un obiettivo, ma è un mezzo verso un modello di business rigenerativo.

Elisa Marasca

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