Home » Eventi meteo estremi: le nuove sfide del cambiamento climatico

Eventi meteo estremi: le nuove sfide del cambiamento climatico

di Silvia Ilari
Eventi estremi

Al We Make Future, Guido Rianna della Fondazione CMCC ha spiegato con i dati cosa è accaduto durante l’alluvione in Romagna del maggio 2023

Ricercatore, Unit leader della sezione Adaption Engineering della Fondazione CMCC, Guido Rianna al We Make Future 2023 ha guidato il pubblico in un viaggio all’interno degli eventi meteo estremi, di ieri e di oggi. Tutto questo è stato possibile attraverso un particolare indice: l’E3CI (European Extreme Events Climate Index).

Che cos’è E3CI

Finanziata da IFAB (International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development), gestita nell’ambito della ricerca dalla Fondazione CMCC (Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e Leithà UnipolSai, E3CI è una vera e propria suite di indicatori.

Viene aggiornata mensilmente e restituisce informazioni su frequenza e severità degli eventi estremi verificatisi in Europa. Non è uno strumento predittivo, poiché non dà informazioni sul futuro, bensì a ritroso in relazione a 7 diverse dinamiche:

  • ondate di calore
  • ondate di gelo
  • precipitazioni estreme
  • siccità
  • venti estremi
  • grandinate
  • propensione agli incendi

Professor Rianna, come e quando nasce l’E3CI?

Guido Rianna

Vede la luce a inizio 2020 ed è rilasciato alla fine di quell’anno. Attraverso la collaborazione con Leithà UnipolSai, l’idea era di replicare, sul territorio europeo, l’indice attuariale utilizzato in Nord America e Canada. Gli attuari sono coloro che vanno a fissare i premi assicurativi e che si occupano di capire in che modo evolve il rischio nelle diverse zone. In seguito l’iniziativa è stata finanziata da IFAB, ma sono diverse le aziende che poi si sono rivelate interessate a questo prodotto. Nel corso del tempo, abbiamo notato che tanti scaricavano i dati per i motivi più disparati. Tra questi, uno dei giudici dell’hackathon indetto lo scorso gennaio, che lavora alla Banca Europea di Investimento.

Perché questo interesse per gli eventi estremi?

Sembra banale dirlo, ma sono quelli che impattano in modo più drammatico sull’Europa. Tra il 1980 e il 2021, gli eventi estremi di origine atmosferica hanno causato danni per 560 miliardi di euro. È importante ricordare come una piccola percentuale di questi eventi sia responsabile di un’ampia percentuale di perdite economiche: l’1% di questi eventi, ha causato – infatti – il 26% delle stesse, così come il 5% è responsabile del 57% delle perdite.

Come vengono scelti gli indicatori?

La selezione dell’indicatore è un compromesso per massimizzare il contenuto, rispetto a ciò che vogliamo analizzare. Le spiego: per esempio, per gli eventi alluvionali dovremo tener conto di quella che è la durata degli stessi che potrebbe essere differente nei diversi contesti per via della geomorfologia, dell’area impermeabilizzata e dell’orografia. Di conseguenza, abbiamo fatto riferimento ad alcuni studi di letteratura che ci hanno permesso di identificare quelli che per noi potessero essere gli indicatori migliori.

Qual è la prima esigenza che avete ravvisato?

Sicuramente quella dell’identificazione di una base di dati, che per noi deve avere precise caratteristiche:

  • deve essere temporalmente e spazialmente omogenea
  • deve essere credibile e autorevole
  • deve permettere un aggiornamento tempestivo dell’indice

Quest’ultima voce è fondamentale, perché ci permette di vedere alla fine del mese quanto successo nel mese precedente. La fonte principale è per noi quindi la quinta generazione della rianalisi atmosferica ERA5. Che cos’è ERA5 per i non addetti ai lavori? È un modello del tutto simile a quello utilizzato per le previsioni meteorologiche, ma che viene aggiornato tramite le osservazioni che si rendono via via disponibili.

L’analisi

Una delle esigenze dell’E3CI è la necessità di dover omogeneizzare e standardizzare.

Sì, una volta individuati gli indicatori per le diverse dinamiche, si valuta di volta in volta una determinata soglia. Mese per mese, quindi, prendiamo in considerazione tutto quello che supera questo limite. Per esempio, per le precipitazioni estreme l’indicatore non sarà altro che il cumulo delle precipitazioni oltre tale soglia. Un valore per noi può essere un risultato estremo se il suo discostamento dalla media è maggiore rispetto a quello che era lecito attendersi.

L’esempio dell’alluvione in Romagna

eventi meteo estremi

Se guardiamo l’indicatore delle precipitazioni, vediamo che il suo valore è di quasi 8, quindi 8 volte superiore di quella che è la variabilità interannuale. Non è, però, il massimo valore della serie, che è invece quello di febbraio 2015. La prima cosa che faccio è analizzare i dieci valori massimi: quali sono stati i dieci mesi, dal 1981 al 2023, in cui si riscontra la massima anomalia? Bene, 9 su 10 sono nell’ultimo decennio. La pluviometria mostra che sono i mesi di febbraio e di maggio che hanno avuto le più grandi variazioni. Questo vuol dire che gli estremi stanno cambiando soprattutto in alcuni periodi e non in modo uniforme per tutto l’anno.

Parlando di precipitazioni estreme, come spiega cosa è successo in Romagna?

(guarda lo slideshow)

E3CI permette anche di leggere i dati su scala subregionale. Man mano che ci spostiamo verso la Romagna e la zona orientale, i valori crescono. Il mese di maggio ha valori alti per 7 province su 9 e nel 2023 il fenomeno è più esteso. Dai dati si nota come la regione sia stata caratterizzata da un lungo periodo di deficit di precipitazioni, che va da febbraio fino a ottobre 2022. A novembre 2022 c’è stata una brusca inversione, che in gergo si chiama colpo di frusta. Si è tornati poi alla siccità fino ad aprile 2022, per raggiungere successivamente il picco delle precipitazioni estreme a maggio 2023. È chiaro, quindi, come gli effetti della temperatura siano evidenti sul territorio, così da avere 100 mesi in anomalia per il caldo e soltanto 53 per il freddo. Per le previsioni, in quelle date, c’era un’allerta rossa: il problema più complesso è capire come – prevedendo piogge di questo tipo – si possano prevedere anche gli impatti.

Da questo lato, potrebbe essere utile studiare l’esperienza di altri Paesi abituati a tornado, tifoni, eventi estremi di grande portata?

In realtà, l’Italia è già molto brava a lavorare sulle emergenze: è sulla prevenzione e preparazione che ha da imparare. Sul tema della previsione dell’evento in Romagna, non ci sono state mancanze. Dobbiamo lavorare su ciò che c’è prima, permettere ai fiumi di esondare dove è possibile ed effettuare le giuste azioni correlate. Al di là questo, come dicevo, non è comunque semplice lavorare sugli impatti, sulla loro stima. La stessa Germania che è un esempio virtuoso per la prevenzione, ha subìto le conseguenze di un’importante alluvione nel 2021.

Siccità: un evento da attenzionare

dati eventi meteo estremi

Riflessioni che non si fermano alla sola Italia.
Se guardiamo il grafico della siccità 2022, vediamo come sia aumentata in soli tre mesi, soprattutto nell’area mediterranea.

Come restare aggiornati

Ci si può scegliere di iscrivere a una newsletter mensile che permette di visualizzare i dati anche su scala regionale, fornendo informazioni sugli eventi occorsi il mese precedente. Dal nostro sito, si possono inoltre scaricare quelli su scala nazionale.

 

Silvia Ilari

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento