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Le auto di domani: presente e futuro della mobilità sostenibile

di Elisa Marasca
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Al Meeting di Rimini si è discusso di innovazione nel settore automobilistico e della sfida dell’Italia per rispondere alle nuove direttive europee, comprese l’elettrificazione e la guida autonoma.


La macchina rimane il mezzo privilegiato per gli spostamenti abituali per il 72% degli italiani. Lo rivela un recente studio di Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital) in collaborazione con Bain & Company riguardante i modelli di mobilità dei cittadini italiani nel 2023. Praticamente l’automobile costituisce il mezzo di scelta predominante nelle grandi città; a seguire, il trasporto pubblico locale quale principale alternativa, mentre le opzioni di mobilità complementare, tra cui il car sharing, l’utilizzo della bicicletta, i taxi e i monopattini, hanno percentuali marginali. 

D’altro canto, il 15% dei soggetti intervistati manifesta la volontà di incrementare l’impiego della bicicletta rispetto al passato, in gran parte motivato da ragioni di carattere economico. La diffusione delle automobili elettriche, inoltre, presenta un tasso di crescita modesto. Nel corso dei primi cinque mesi dell’anno, la loro penetrazione nel mercato è rimasta inferiore al 4%. Nel contempo, le automobili ibride hanno raggiunto una quota del 35%, ma il loro impatto nella riduzione delle emissioni risulta limitato. 

Guidare il futuro: innovazione e confronti

Le sfide e le prospettive legate all’innovazione e all’evoluzione delle automobili – così come alla trasformazione del settore che ci attende nei prossimi anni – sono state al centro di un incontro a tema mobilità che si è svolto al recente Meeting di Rimini. L’elettrificazione, la digitalizzazione, l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale nel settore automobilistico sono stati i punti toccati dalle istituzioni presenti, dalle associazioni di categoria e dalle aziende che puntano a guidare la trasformazione verso una mobilità più sostenibile e intelligente.  Marco Piuri, Direttore Generale FNM e Amministratore Delegato Trenord, introducendo l’incontro ha fatto notare che il tasso di motorizzazione in Italia (7 auto ogni 10 abitanti, secondo Eurostat) è al terzo posto in Europa dopo Polonia e Lussemburgo, e insieme ha ricordato il divieto europeo, a partire dal 2035, di commercializzare auto a benzina e diesel, per garantire entro il 2050 che il settore dei trasporti diventi a emissioni zero. Come si può affrontare quindi questo scenario in Italia? La risposta unanime è: per mezzo dell’innovazione.

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Da sinistra: Marco Piuri, Benedetto Carambia, Alberto Viano

Trasformazioni accelerate e noleggio 

«Negli ultimi 5 anni, l’evoluzione delle automobili è stata più rapida che nei 30 precedenti», ha dichiarato Alberto Viano, Deputy Country Managing Director di Ald Automotive. «Le nuove vetture presentano una maggiore dotazione di servizi e una migliorata sicurezza. Abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione nel sistema di trazione. In alcune regioni d’Europa, infatti, le vetture a trazione elettrica stanno diventando predominanti», ha aggiunto. Tuttavia, per il manager le auto elettriche hanno una vita operativa simile agli elettrodomestici, a causa della durata e dello smaltimento problematico delle batterie. Questo ha un impatto anche su un cambiamento di prospettiva complessiva: «Molte persone sono reticenti a fare investimenti in vetture nuove ed elettriche; dall’altra parte il pubblico che si sta rivolgendo a questo mercato è composto da chi fa un utilizzo intensivo dell’automobile», ha specificato. Un altro aspetto destinato a guadagnare importanza è il noleggio a lungo termine delle vetture, che sta modificando il tradizionale concetto di possesso automobilistico. Le auto sono sempre più considerate come strumenti funzionali, tanto che attualmente il 30% delle auto registrate in Italia è destinato al noleggio. La sfida, per Viano, è rendere le nuove vetture più accessibili economicamente, sia quelle in vendita sia a noleggio.

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I vantaggi della guida autonoma

«Il futuro della mobilità si orienta sempre più verso la connettività, la sostenibilità ambientale e la condivisione», ha confermato Benedetto Carambia, Responsabile Ricerca, Sviluppo e Innovazione presso Movyon – società del Gruppo ASPI (Autostrade per l’Italia). «La guida automatica rappresenta il nucleo centrale di questa evoluzione. La presenza umana nell’azione di guida è sempre meno necessaria», ha aggiunto. I livelli della guida autonoma sono infatti definiti secondo una scala che va dal livello 0 al livello 5 (scala stabilita dalla Society of Automotive Engineers) in base al coinvolgimento umano necessario per la guida. Il livello 2, per esempio, è di automazione parziale: il veicolo può gestire alcune funzioni di guida, ma richiede la supervisione umana costante. Quello successivo è di automazione condizionata: il veicolo può guidare autonomamente in situazioni specifiche e definite, ma richiede che il conducente sia pronto a intervenire se necessario. Il livello 4 ha un’automazione elevata: l’auto è in grado di guidare autonomamente in scenari predeterminati senza intervento umano, ma potrebbe richiedere la supervisione dell’uomo in altre situazioni. L’ultimo grado rappresenta l’automazione completa, in cui il veicolo può guidare autonomamente in qualsiasi condizione e senza alcun coinvolgimento umano. «L’uso di sistemi di guida automatizzati avrebbe benefici a livello di sicurezza, perché oggi il 90% degli incidenti sono causati dall’errore umano, a livello di consumo delle infrastrutture, e sulle emissioni», ha concluso Carambia.

 

Elisa Marasca

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