L’agricoltura idroponica combina natura e tecnologia per garantire ingredienti freschi e sostenibili direttamente sulla nostra tavola. Ce ne parla Roberto Corbelli, esperto dei cambiamenti socioculturali dei mercati.
Il vertical farming, o coltivazione verticale, è una pratica agricola idroponica che si svolge in ambienti controllati, come serre o vetrine, spesso all’interno di edifici. Questa metodologia offre una serie di vantaggi per i consumatori, soprattutto nel mondo della ristorazione. Lo ha spiegato Roberto Corbelli, esperto dei cambiamenti socioculturali dei mercati, intervenendo al panel “New Eden Innovation – Vertical Farming natura e tecnologia per la ristorazione”, che si è svolto a Rimini in occasione della fiera TTG Travel Experience.
Innanzitutto, i rendimenti sono significativamente più elevati rispetto all’agricoltura tradizionale. «La coltivazione avviene in piani sovrapposti, ottimizzando lo spazio e consentendo di produrre una quantità maggiore di prodotti. Inoltre, grazie all’assenza di terreno, la necessità di pesticidi è ridotta al minimo, se non addirittura eliminata, portando a prodotti più salubri e sostenibili», ha dichiarato Corbelli. Questo è possibile perché la sterilizzazione del terreno, una pratica comune nell’agricoltura tradizionale, diventa superflua, così come la lotta alle malattie radicali, grazie all’ambiente controllato. L’agricoltura idroponica è infatti un metodo di coltivazione delle piante che si basa sull’uso di soluzioni nutritive in acqua (solo quella necessaria), anziché nel suolo tradizionale. Le piante in un sistema idroponico sono solitamente supportate da substrati inerti, come la perlite o la fibra di cocco, che forniscono sostegno alle radici senza apporto nutritivo.
L’innovazione arriva in cucina
L’alimentazione delle piante è ottimizzata, garantendo prodotti di qualità tutto l’anno, perché non influenzati dalla stagionalità. Uno dei vantaggi più evidenti è il minor consumo di acqua e fertilizzanti, che può arrivare fino al 90% in meno rispetto all’agricoltura convenzionale. «È un passo importante verso la conservazione delle risorse idriche, un problema sempre più critico nel mondo», ha aggiunto l’esperto. Questo metodo è ampiamente utilizzato per la coltivazione di ortaggi, erbe aromatiche, e anche per le piante da fiore.
Non si tratta solo di coltivare verdure in modo innovativo, ma anche di portare questa innovazione direttamente nelle cucine dei ristoranti. Da piccole vetrine dedicate esclusivamente ai “micro ortaggi” a veri e propri angoli dedicati alla coltivazione indoor su misura per esigenze specifiche, l’agricoltura idroponica sta rivoluzionando il modo in cui gli chef lavorano con gli ingredienti. «I giardini verticali, tecnologici ed eleganti, progettati con cura, possono essere in diretto contatto con la clientela, nelle sale, a disposizione dello chef o del barman, per un’esperienza che gli anglosassoni chiamano “farm-to-fork”», ha rivelato Corbelli. Gli ingredienti freschi e locali sono la chiave di questa esperienza, e comunicare ai clienti il desiderio per l’innovazione, il rispetto per l’ambiente e la sostenibilità è diventato un valore fondamentale per molte strutture.
L’esempio delle navi da crociera
L’innovazione sta nell’applicazione reale della coltivazione indoor, che migliora la freschezza, la conservazione e la qualità del prodotto. Dalla piccola vetrina alla serra, questa pratica funziona in qualsiasi clima e regolazione della luce. Un esempio tangibile riportato da Corbelli di come questo approccio stia influenzando l’industria alimentare è MSC Crociere.
La compagnia di navigazione ha installato tre serre per la coltivazione idroponica di verdure sulla sua nuova nave, la World Europa. Questa iniziativa, ispirata dallo Chef stellato Niklas Ekstedt, propone un menù incentrato su ingredienti naturali e su un’etica “farm-to-ocean”, adattando il più noto “farm-to-table”, anche in mezzo all’oceano. Sarà il preambolo all’esplorazione di nuove frontiere per la coltivazione di prodotti freschi? Probabile. Il futuro dell’agricoltura e della ristorazione sembra promettente, grazie all’incrocio tra natura e tecnologia.
Photo cover: https://en.m.wikipedia.org/wiki/File:Hydroponic_onions,_NASA_–_17_June_2004.jpg