Il Direttore dello stabilimento Dario Emiliani: «Produciamo biometano che reimmettiamo nella rete di distribuzione cittadina»
Distillerie Mazzari, azienda di Sant’Agata sul Santerno, in provincia di Ravenna, è sempre stata un’azienda attenta all’innovazione e all’impatto ambientale. Già negli Anni 80, quando ancora questa sensibilità non era così diffusa, furono costruiti due grossi digestori anaerobici. Oggi, a distanza di 40 anni, Distillerie Mazzari è in grado di produrre biometano e immetterlo nella rete di distribuzione. A raccontarci la storia della distilleria è il Direttore dello stabilimento Dario Emiliani.
Ci può raccontare in poche righe la storia di Distillerie Mazzari?
Le Distillerie Mazzari sono una realtà storica della Romagna, attiva da oltre 60 anni. La storia della nostra azienda inizia nel 1958 quando Primo Mazzari, originario di Russi in provincia di Ravenna, si rende conto di quanta frutta veniva gettata. Decide così di raccogliere la frutta destinata al macero e di aprire un piccolo opificio per la produzione di sidro di frutta. L’attività è cresciuta velocemente ed è diventata una distilleria di grosse dimensioni. Il ramo principale dell’azienda è la produzione di alcol e biogas con la feccia dell’uva e con gli scarti della frutta. Distillerie Mazzari è sempre stata particolarmente attenta all’ambiente, comunque.
Già negli Anni 80 sono stati costruiti due grossi digestori anaerobici che ancora oggi vengono usati per ricavare biogas, dal quale si può produrre energia elettrica o che può diventare biometano. Siamo un piccolo esempio di bioraffineria. Inoltre, abbiamo sistemi di ripulitura delle acque che ci consentono di scaricare acqua pulita che ritorna ai campi.
Quali sono i vostri principali prodotti?
La feccia e gli scarti della frutta vengono dai vigneti e dai frutteti della Romagna. Produciamo alcol declinato in tantissimi prodotti diversi. La maggior parte è destinata al mondo dell’industria, il rimanente viene utilizzato per liquori e per prodotti a uso farmaceutico e alimentare. Inoltre, produciamo acido tartarico che si ricava dalla feccia del vino. È un ingrediente alimentare che si usa come correttore di acidità. Si usa anche nell’industria farmaceutica. Siamo il primo produttore al mondo di acido tartarico: da noi viene realizzato un terzo della produzione mondiale. L’80% viene immesso nel mercato estero.
Da poco avete inaugurato un grosso impianto per la produzione di biometano. Quali saranno i benefici per l’azienda e per l’ambiente?
Dal 2020, in linea con le richieste di carburante green del mercato, abbiamo riconvertito l’impianto di cogenerazione in uno per la produzione di biometano. L’impianto oggi in funzione ha attualmente la capacità di trattare 1500 metri cubi ora di biogas per produrre 1000 metri cubi ora di biometano che viene originato appunto dalle materie prime lavorate in quantità pari a 100-120mila tonnellate all’anno di feccia di vino e circa 30-35mila tonnellate all’anno di scarti di frutta. Il biometano prodotto può sia essere utilizzato dalla stessa distilleria Mazzari per far funzionare le proprie caldaie, sia essere immesso nella rete nazionale a disposizione di altri utenti. Inoltre, lo scarto prodotto dalla digestione anaerobica può essere riutilizzato in agricoltura come fertilizzante agricolo, pertanto ritornare alla terra come una preziosa risorsa, chiudendo il cerchio.
Come gestite la logistica e i trasporti in ottica di limitare l’impatto ambientale?
Valutiamo sempre l’impatto che può avere il trasporto delle materie prime e del prodotto, ma oggi in Italia difficilmente si possono utilizzare mezzi diversi dal camion. La feccia e gli scarti della frutta arrivano dai vigneti e dai frutteti vicini alla nostra sede. I camion quindi percorrono tragitti brevi. Come noto, in Romagna si produce tantissima frutta.
Quando possibile, utilizzate materiali riciclabili per i vostri packaging?
La maggior parte del nostro prodotto viene messo in sacchi e pallettizzato. Stiamo valutando l’utilizzo di polimeri biodegradabili.