Nella seconda puntata di “Innovatori Made In Italy 2024”, l’evento organizzato dalla redazione del nostro magazine per lanciare l’Innovation Hero Club, abbiamo ascoltato le esperienze di Matteo Fusco, Federica Reverberi, Chiara Cormanni e Matteo Chenet. Ecco il resoconto scritto e il video della seconda tavola rotonda (pubblicata sul sito di Forbes Italia).
L’innovazione spesso procede di pari passo con l’impegno sociale. È quindi essenziale valorizzare le risorse umane e sostenere progetti virtuosi, inclusi quelli ambientali, che rispettano le direttive dell’Unione Europea per l’efficienza e il miglioramento energetico, come stabilito nell’Agenda 2030.
Nel secondo panel dell’evento “Innovatori Made In Italy 2024” – svoltosi nell’Auditorium Ducati di Bologna e ripreso dalle telecamere di Forbes Italia – gli speaker della tavola rotonda, moderata da Roberta Maddalena, giornalista di Forbes Italia, e da Manuele Lucisano, CEO di Next Design Innovation e direttore editoriale di Innovation Hero, sono stati: Matteo Fusco, fondatore di Beople e docente di Politiche economiche per le organizzazioni presso l’Università Cattolica di Milano; Federica Reverberi, Business Development Manager di Annovi Reverberi; Chiara Cormanni, COO di PPinox e presidente del Comitato di Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi; Matteo Chenet, Direttore Commerciale Italia di Italtherm.
In fondo all’articolo, il video integrale della seconda tavola rotonda (su Forbes Italia)
Matteo Fusco (Beople): «L’open innovation è la chiave per ampliare il proprio business nel 2024»
Fusco ha sottolineato l’importanza per Beople, azienda specializzata in business design, della collaborazione e dell’integrazione dei team aziendali con partner esterni e professionisti selezionati in base ai progetti. «Attualmente stiamo formando circa 100 professionisti del business design. Per noi la sostenibilità deve essere vista con un’ottica sistemica, dall’economia circolare alle collaborazioni in ambito sociale. Come società benefit Beople destina il 2,5% del fatturato a progetti sociali».

Matteo Fusco (Beople)
Impegnarsi per generare impatti positivi strutturali nel modello di business è un concetto integrato nel modello di Beople attraverso il principio del “give back”, che include sconti, attività pro bono, donazioni dirette e progetti gratuiti per associazioni no profit o enti pubblici. «Di fronte alla crescente complessità delle sfide odierne, ogni organizzazione deve rispondere con un livello di complessità equivalente. Questo implica la necessità di aprirsi e collaborare con partner esterni, un principio fondamentale dell’open innovation su cui si basa Beople», ha aggiunto. Beople garantisce inoltre l’accesso alla propria Academy a prezzi calmierati o gratuitamente per chi affronta difficoltà. Un modello, questo, che consente a Beople di moltiplicare l’impatto positivo, sostenendo progetti di turismo sostenibile e altre iniziative a favore di comunità e organizzazioni svantaggiate.
Federica Reverberi (Annovi Reverberi): «La gestione sostenibile delle risorse è la nostra priorità»
Annovi Reverberi è la prima azienda al mondo specializzata in pompe idropulitrici e opera in oltre 130 Paesi, con un export pari all’88%. Recentemente ha inaugurato una nuova filiale in Brasile per essere più presente nei mercati emergenti. La Business development manager dell’azienda ha illustrato la sostenibilità dei prodotti e delle tecnologie, tra cui la nuova idropulitrice ARXP che riduce i volumi e le plastiche utilizzate fino all’85% rispetto ai prodotti standard sul mercato. «Il modello di business di Annovi Reverberi si concentra su tre aspetti principali: innovazione, internazionalizzazione e ESG (Environmental, Social, Governance).
L’azienda ha investito molto in sostenibilità, sia a livello di processi che di prodotti. Fra gli esempi, l’implementazione di nuovi pannelli solari e un Innovation Lab dove viene riciclata tutta l’acqua utilizzata per testare i prodotti». In ambito innovazione, è stato anche introdotto il brevetto DTS (Dual Thec System) che permette di modulare le performance del prodotto a seconda delle applicazioni, utilizzando acqua ed energia solo quando necessario. Inoltre, Annovi Reverberi ha strutturato un nuovo bilancio di sostenibilità e continua a portare avanti progetti sociali a livello territoriale. «L’internazionalizzazione rimane comunque una priorità, con l’obiettivo di sviluppare prodotti specializzati per i vari mercati e ampliare la presenza globale».
Chiara Cormanni (PPinox): «La certificazione di genere porta migliori performance aziendali»
PPinox sta avanzando nella certificazione di genere, un obiettivo che rientra anche nel quinto punto dell’Agenda 2030, mirando a raggiungere la parità di genere tra uomini e donne. «La certificazione di genere è particolarmente significativa nel campo metalmeccanico, un settore a prevalenza maschile. PPinox vuole garantire pari dignità e trattamento alle proprie persone, indipendentemente dal genere. La certificazione porta a migliori performance aziendali, grazie alla misurazione di determinati parametri, e favorisce un cambiamento culturale che ha un impatto positivo anche a livello nazionale», ha spiegato Cormanni. Le aziende certificate possono inoltre ottenere vantaggi concreti: premi nei bandi pubblici, finanziamenti e sgravi fiscali fino a 50mila euro.

Chiara Cormanni (PPinox)
Cormanni ha anche spiegato il processo di digitalizzazione iniziato molti anni fa per migliorare i servizi offerti ai clienti. «Dal 2014, l’azienda ha introdotto palmari per i dipendenti, affrontando inizialmente alcune difficoltà, soprattutto tra le generazioni più anziane. Negli ultimi anni, però, PPinox ha intensificato gli sforzi di digitalizzazione, coinvolgendo tutti i processi: dalla gestione elettronica dei documenti alla creazione di flussi di lavoro ottimizzati». Questo progetto, sebbene richieda significativi investimenti di tempo e risorse economiche, è considerato dall’azienda una strategia vincente per posizionarsi meglio rispetto ai competitor e offrire un servizio superiore ai clienti.
Matteo Chenet (Italtherm): «Efficientamento energetico e formazione per crescere»
Nel 2011, Italtherm è rinata dopo essere stata “abbandonata” da una multinazionale. Chenet ha spiegato che la tecnologia era già radicata all’interno dell’azienda, grazie al contributo delle stesse persone che avevano guidato i primi cinquant’anni di sviluppo del prodotto, specializzato soprattutto nelle caldaie a gas. «In questo momento, le caldaie a gas rappresentano un aspetto di attenzione da parte dell’Agenda 2030. Noi riteniamo di poter integrare nuove tecnologie e innovazioni per trasformare le nostre soluzioni e rispondere alle esigenze di efficientamento energetico degli utenti. La base di partenza in azienda è stata la ricerca e sviluppo (R&D). Già nel 2011 abbiamo introdotto innovazioni nei nostri laboratori, come le camere climatiche, per guardare al futuro e alle nuove tecnologie emergenti».

Matteo Chenet (Italtherm)
Tutto questo va creato come prodotto, ma va anche presentato al mercato. «Non è facile presentare queste innovazioni, soprattutto in un mondo artigiano che è difficile da convincere sui cambiamenti. È fondamentale nella nostra azienda trasmettere questi principi di nuova tecnologia agli installatori. Per questo motivo curiamo molto la formazione, accogliendo quotidianamente persone che visitano la nostra azienda per conoscere i prodotti innovativi da offrire al mercato», ha chiarito Chenet. Per quanto riguarda i prodotti più richiesti e l’adattamento ai diktat dell’Unione Europea, l’azienda sta rispondendo con soluzioni che utilizzano combustibili con miscele di idrogeno e biocombustibili per fornire elevata energia. «Il nostro prodotto di punta è Top Energy, parte della gamma Top Hybrid, che integra una pompa di calore e una caldaia a gas fossile trasformabile a idrogeno. Questo sistema consente di ottenere la migliore soluzione energetica per l’utente finale, permettendo di tarare il consumo di efficienza energetica e gestire le tariffe di gas ed elettricità attraverso il cervello di controllo della macchina. Si ottiene quindi sia un risparmio energetico e sia la migliore efficienza nello scambio energetico».
>> Guarda il video integrale della 2a tavola rotonda su Forbes Italia
>> Leggi il resoconto della 1a tavola rotonda (con il video integrale su Forbes Italia)
>> Leggi il resoconto dell’intero evento (tutte e 5 le tavole rotonde)