Servizi come la pec o lo SPID per garantire la sicurezza dello scambio di informazioni o delle transazioni restituiscono un’idea molto concreta di quello che l’innovazione digitale può fare per la semplificazione della vita quotidiana. Lo conferma Danilo Cattaneo, AD di InfoCert.
La trasformazione digitale come strumento abilitatore di un miglioramento qualitativo della vita quotidiana, di una semplificazione dei processi e di uno sviluppo più sostenibile. È questo il potenziale dei servizi offerti da InfoCert, azienda italiana appartenente al Gruppo Tinexta, presente anche in vari Paesi europei e in America Latina. «Ormai termini come SPID, PEC, firma digitale sono molto diffusi. Questi servizi e molti altri vengono offerti da InfoCert, che è un Qualified Trust Service Provider», spiega Danilo Cattaneo, Amministratore Delegato (AD) di InfoCert, annoverato tra i top 100 manager e imprenditori italiani nel 2023. «Essere Qualified Trust Service Provider significa che offriamo ai cittadini, così come alle aziende e agli enti della pubblica amministrazione, servizi qualificati e certificati che garantiscono cioè la sicurezza e la validità legale di documenti elettronici quale, per fare un esempio, firmare un contratto per l’apertura di un credito al consumo». Dietro a operazioni che oggi possono sembrarci banali, come inviare una PEC per la disdetta di un’utenza energetica, quindi, ci sono ricerca e innovazione.
Quali sono le principali sfide che InfoCert deve affrontare?
Siamo un’azienda particolare, perché per erogare questo tipo di servizi, che sono molto delicati, (bisogna assicurare la conformità con una serie di normative atte a garantire la sicurezza delle operazioni e dei dati, come il GDPR, per citarne una) siamo soggetti a diversi audit da parte di enti certificatori terzi, anche in ambito europeo. Grazie alla nostra expertise siamo oggi presenti in oltre 60 Paesi, dove prestiamo i servizi digitali, nella maggior parte customizzati in base alle esigenze del cliente. La compliance e la sicurezza delle nostre soluzioni ci hanno consentito di essere scelti da oltre 100 gruppi bancari, dalle maggiori utilities, oltre che da grandi clienti quotati in Borsa e dalla Pubblica Amministrazione (PA), anche in ambito sanitario. Poi con servizi come SPID, la pec e la fatturazione elettronica raggiungiamo i privati cittadini.
Cosa significa per voi fare innovazione?
Significa investire in nuovi talenti ma anche ascoltare le esigenze dei clienti e sviluppare soluzioni innovative in partnership con loro. Abbiamo un team dedicato alla Ricerca&Sviluppo e abbiamo registrato oltre 20 brevetti internazionali, oltre a soluzioni innovative non brevettabili. Alcuni di questi brevetti ancora non stati immessi sul mercato, altre soluzioni verranno rilasciate tra poco, come il “Digital Identity Wallet”, un vero e proprio borsellino dove potranno essere conservati una serie di documenti che oggi sono la patente, la tessera sanitaria, la carta d’identità a cui potranno aggiungersi il diploma di laurea, ad esempio, o una certificazione di tipo lavorativo. Con la certezza dell’autenticità della documentazione. In questo in Italia siamo precursori.
Quale settore tra quelli che trattate richiede maggiore digitalizzazione?
Le banche, le assicurazioni e le utilities sono stati i primi settori a capire e “approfittare” dei benefici e della semplificazione rappresentata dall’avvento del digitale. La PA è partita successivamente ma sta facendo passi da gigante. Con l’Agenzia delle entrate e riscossione abbiamo realizzato uno sportello telematico che permette ai cittadini di interagire con gli uffici dell’Agenzia online in tutta sicurezza, di fissare un appuntamento, fare una sessione informativa, definire e firmare un saldo e stralcio direttamente da casa. I vantaggi di questo tipo di servizi non sono solo quelli immediatamente percepibili: resto comodamente a casa o in ufficio per sbrigare una pratica, senza dover prendere la macchina, mettermi nel traffico, generare inquinamento. Inoltre, anche l’operato della PA diventa più trasparente in favore di un miglior rapporto con i cittadini.
La PA italiana a volte è più avanti delle aziende nella digitalizzazione dei processi. Come mai?
La maggior parte delle aziende italiane sono piccole e medie imprese, spesso sotto-capitalizzate e con un imprenditore-proprietario che è AD, IT manager, Export manager, ecc. La difficoltà è una questione di cultura, e la scarsa competitività delle imprese italiane all’estero nasce da qui. Se solo avessero anche solo un sito web ben fatto, questo farebbe uscire molte piccole aziende, tante artigianali ma con prodotti eccellenti, dal loro circondario. Oggi ci sono fondi disponibili a sostegno del made in Italy, e queste piccole aziende potrebbero consorziarsi anche solo per migliorare le competenze e poi creare gruppi per sviluppare soluzioni comuni.
Soluzioni come il nostro libro-firma, che consentono di firmare i documenti da un tablet ovunque ci si trovi, sono strumenti che abilitano lo sviluppo, accorciano i tempi, riducono consumi e sprechi di carta, di energia. Il Covid ha spianato in parte la strada al digitale, ma grazie alle continue innovazioni in quest’ambito ci potrebbero ancora essere molti progressi e noi faremo in modo di agevolarli.
In che modo le vostre soluzioni supportano la sostenibilità?
Soddisfiamo tutti e tre i criteri ESG (Environment, Social e Governance). La digitalizzazione consente di risparmiare carta, energia per gli spostamenti, tempo che può essere utilizzato per sé stessi, per la propria famiglia, per la società. Non tutti però hanno questa sensibilità, perciò ci impegniamo anche per diffondere questa coscienza. Per questo motivo, per tutte le nostre applicazioni, anche quelle gratuite, generiamo un piccolo report di sostenibilità, certificato anche da IDC (International Data Corporation), indicando, per esempio, quanta acqua si è risparmiata con l’invio di una pec. Puntiamo a diffondere consapevolezza dell’impatto positivo che la digitalizzazione può avere sui processi e nella vita di ogni giorno. Questa attenzione per le tematiche ESG è inoltre un motivo di attrazione di nuovi talenti in azienda, in quanto le giovani generazioni sono particolarmente sensibili alla sostenibilità.