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Sostenibilità, design innovativo e legno guidano l’abitare moderno

di Annarita Cacciamani
cover_CREDITS PHOTO StudioMaggi
Andrea Margaritelli, Brand Manager di Listone Giordano, spiega come l’azienda umbra coniuga tradizione, ricerca e innovazione nel settore dei pavimenti in legno.

 

«Il legno è il materiale sostenibile per eccellenza. È quella materia che resta dopo la fotosintesi ed è inesauribile, a patto che le foreste vengano gestite in maniera sostenibile». A sostenerlo è Andrea Margaritelli, Brand Manager di Listone Giordano, brand di parquet in legno. Listone Giordano fa parte del Gruppo Margaritelli che ha sede in Umbria. La grande sfida per le aziende italiane, secondo quanto sostiene l’esperto in questa intervista,  è riuscire a mettere insieme l’operatività industriale con l’artigianalità, in una sorta di opificio industriale.

Quali sono le tappe principali della storia di Listone Giordano?

La nostra è un’azienda di famiglia fondata in Umbria dal mio bisnonno nel 1870. In 150 anni abbiamo fatto tante cose diverse, adattandoci ai cambiamenti del mondo e della società. Ci siamo sempre interessati a ciò che è sostenibile. E il legno è la materia sostenibile per antonomasia, perché frutto di quel procedimento quasi magico che è la fotosintesi clorofilliana. Listone Giordano è nato nel 1984 e ha rivoluzionato il settore dei pavimenti in legno. Siamo stati il primo marchio a essere sia di prodotto, sia di retail. La parola chiave è “superficie d’arredo”. I nostri non sono semplici pavimenti ma una componente che si integra e rientra a pieno titolo nel design complessivo dell’abitazione.

Andrea Margaritelli_lab

Andrea Margaritelli

In qualità di presidente di Fondazione Giordano sta promuovendo e sostenendo Seed, una manifestazione dedicata alla sostenibilità. Di cosa si tratta?

Seed è una rassegna che si svolge in Umbria ed è dedicata al rapporto tra l’architettura e il design e altre discipline quali la matematica, la psicologia, le neuroscienze, l’ecologia, la filosofia ed altre ancora. Nel corso di questa manifestazione, insieme a numerosi esperti, affrontiamo ed approfondiamo tematiche relative alla transizione digitale e ambientale attualmente in corso. Gli architetti e i progettisti, proprio perché progettano, sono coinvolti al 100% in questo processo. Seed è un momento in cui tutte le discipline possono confrontarsi su questo grande tema.

Il parquet in legno può essere definito un prodotto sostenibile? Se sì, perché?

Il legno è il materiale del futuro, sostenibile per antonomasia. Nello stesso tempo è anche il materiale della tradizione perché nel corso dei secoli ha permesso all’uomo di continuare ad andare avanti. Deriva da quella trasformazione straordinaria che è la fotosintesi. L’albero assorbe l’anidride carbonica e rilascia ossigeno. Quello che resta è il legno. La foresta va gestita in maniera sostenibile perché così facendo diventa una fonte inesauribile di quella materia che è il legno. Noi gestiamo in questo modo foreste, in Borgogna, nel cuore della Francia, ed una di alto valore simbolico in Umbria. Quest’ultima, in particolare, è un modello di gestione sostenibile in Italia ed è un laboratorio di cultura ambientale. Tra i vari i progetti in corso, segnalo quello che vede coinvolto il premio Nobel Riccardo Valentini: un esperimento scientifico unico, in cui il cambiamento climatico è reso evidente attraverso il monitoraggio dei parametri vitali delle piante. Va da sé che per ogni pianta tagliata, una viene messa a dimora.

Come scegliete i vostri fornitori e quali caratteristiche devono avere?

Una parte importante dei nostri fornitori sono altre aziende del Gruppo Margaritelli. Sono, quindi, fornitori che possiamo definire interni. Ci sono poi tante imprese importanti che collaborano con noi e tanti professionisti, a partire dai designer. Sono un patrimonio fondamentale per Listone Giordano e l’intero nostro gruppo. Tutti loro condividono con noi i nostri valori che ruotano intorno alla sostenibilità in tutte le sue sfaccettature.

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Che ruolo può giocare la tecnologia nel vostro settore?

Penso che la grande sfida per le aziende italiane sia riuscire a coniugare la cultura industriale, indispensabile a competere sugli scenari internazionali, con il miglior saper fare di origine artigianale. L’automatizzazione e la robotizzazione sono importantissime, ma ci sono lavorazioni specifiche dove l’essere umano fa ancora la vera differenza. La rivoluzione digitale pervade ormai tutto in maniera trasversale. Con l’acronimo “AI” si fa comunemente riferimento all’intelligenza artificiale. Mi piace pensare che il futuro appartenga piuttosto all’intelligenza aumentata, una dimensione in cui la tecnologia si posizioni in affiancamento, amplificazione e non in sostituzione di quella umana. Una straordinaria risorsa naturale che Listone Giordano chiama “Natural Genius”.

 

Annarita Cacciamani

Photo cover: Studio Maggi

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